domenica 8 marzo 2015

"Vai in Africa", dicevano. "Farà caldo e ci sarà sempre il sole", dicevano.

Piove.

No, "piove" è riduttivo. Diluvia a secchiate da tutto il giorno. Macché, tutta la settimana. Macché, un mese. Roba che non c'è un tunisino che è uno che non sia come minimo sconvolto da questa primavera monsonica, che giustamente aspettava solo che arrivassi io. E se non ci credete ("Ma cosa deve piovere in Africa?") guardate qui e qui. E immaginatevi il mio terrore, posto che mi perdonerete se nutro dubbi sulla tenuta del sistema fognario di Tunisi (visto che ultimamente non regge nemmeno quello di Milano). Se non altro, se si allaga tutto posso salvarmi aggrappandomi ai sacchi della spazzatura a mo' di salvagente.

Che, comunque, non è solo la pioggia. Il vento è così forte da rendere del tutto inutili gli ombrelli, un po' perché te li strappa di mano e un po' perché comunque tanto piove in orizzontale (chiedere conferma alla mia finestra). E poi, ragazzi, fa freddo. A parte una bastardissima parentesi qualche giorno fa (25 gradi piazzati così, per un giorno solo, per farti odiare ancora di più il resto della settimana) le massime fanno fatica a salire sopra i 10 gradi. Che potrebbero sembarvi non proprio una temperatura da Lapponia, senonché in Lapponia usano il riscaldamento e hanno serramenti meno marci di quelli tunisini. E' capitato più di una volta di fare lezione con il cappotto, e tra l'altro la mancanza di riscaldamento ha quasi ucciso il mio compagno di classe giapponese, che per tentare di scaldarsi si è raggomitolato in posizione fetale sulla sedia... che si è istantaneamente smontata sotto i suoi piedi (ah, il mobilio della Bourguiba!). Ringraziamo Dio che è successo a un giapponese, nessun'altra etnia avrebbe avuto la prontezza e la grazia necessarie ad evitare il decesso. Comunque. In casa il riscaldamento va, peccato che riscaldare una stanza con il soffitto alto quattro metri e mezzo non sia semplicissimo. Soprattutto se ho così tanti spifferi che a casa mia potrei girarci Titanic. Non sto scherzando, gente. Ho una porta che dà su una specie di scala di emergenza (?). E. Ho. Un. Buco. Nella. Porta. Che, in ogni caso, chiude male.

E se ancora pensate che non sia poi così tanto assurdo: due settimane fa si è tenuto a Nefta, in pieno deserto, Les Dunes Electroniques, un festival di musica elettronica. E ha piovuto ininterrottamente per tutto il week-end. Fate voi.

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